Qualificazione delle Stazioni Appaltanti, Le restrizioni sui soggetti che possono erogare la formazione.

Ci risiamo, il tema di questi giorni sui soggetti deputati ad erogare la formazione per la qualificazione delle stazioni appaltanti ci ricorda l’istituzione di qualche anno fa dell’Elenco nazionale dei componenti degli Organismi indipendenti di valutazione della performance (OIV) ai sensi del Decreto Ministeriale 6 Agosto 2020, al comma 4, dove il Dipartimento Funzione Pubblica, d'intesa con la Scuola nazionale dell'amministrazione, limitava i requisiti ai soggetti che erogano la formazione esclusivamente a istituzioni pubbliche o private senza finalità di lucro.

Solitamente le buone prassi vengono replicate per la loro efficienza ed efficacia, ma balza subito all’occhio, accedendo al portale delle performance (performance.gov.it), che gli enti accreditati ad erogare la formazione sono soltanto trenta, tra queste molte Università e qualche associazione che dovranno erogare ai componenti iscritti all’albo (al momento ne risultano 5239) la formazione per ottenere 40 crediti nell’arco del triennio di riferimento.

Peccato però che consultando i cataloghi pubblicati da molti di questi enti, vi sia un’offerta molto scarsa di corsi di formazione qualificanti, con l’aggravante che alcuni cataloghi formativi contenenti i corsi di formazione pubblicati non sono recenti ed alcuni addirittura con date già superate e risalenti al 2021.

Adesso, con la firma del decreto sui requisiti per l'accreditamento delle istituzioni che dovrebbero svolgere attività di formazione sui contratti pubblici, la Scuola Nazionale dell’Amministrazione (SNA), in collaborazione con il Dipartimento della Funzione Pubblica, l’ANAC e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sembra riprovarci, riportando come per la formazione degli Oiv, anche in questo ambito  gli stessi criteri e requisiti dei soggetti che possono erogare la formazione, restringendo nuovamente il campo di azione verso soggetti pubblici ed operatori privati senza finalità di lucro.

Questa restrizione potrebbe anche in questo ambito limitare l’offerta formativa in materia di contratti pubblici che, al contrario, dovrebbe offrire un ampio panorama di opportunità formative di qualità a cui destinatari possano accedere e scegliere.

La formazione, oggi più di ieri, è fondamentale per gli operatori e addetti ai lavori che sempre di più si ritrovano ad arrovellarsi tra norme contrastanti e di difficile interpretazione, soggetti a responsabilità pesanti a cui possono soccombere.

La qualificazione delle stazioni appaltanti, pertanto, deve essere supportata da un’ampia offerta formativa, proposta anche da soggetti economici che da statuto e con esperienza pregressa, accompagnano gli enti pubblici nella crescita e sviluppo delle risorse umane.

Pertanto limitarla unilateralmente a enti pubblici e operatori senza scopo di lucro sarebbe da considerarsi oltre che discriminatorio e incostituzionale anche svantaggioso per le stesse stazioni appaltanti.

Sergio Ficara – Direzione Formel srl